Anno 1615 : Jean Beguin scrive la prima Equazione Chimica

Nel trattato di Jean Beguin "Tyrocinium Chymicum" è rappresentata una reazione di doppio scambio

by Roberto Poeti
La prima equazione chimica di Jean Beguin.

Nel secolo XVI si è avuto l’inizio del lento processo di differenziazione – separazione della pratica chimica da quel corpo complesso di conoscenze filosofico – scientifiche che va sotto il nome di alchimia. Il campo di applicazione e sviluppo della chimica fu la medicina . Lo scopo principale era la ricerca di nuovi farmaci soprattutto di origine inorganica. I minerali costituivano perciò la fonte principale di impiego. La pratica medica in vigore si basava sulla farmacopea  galenica e sull’impiego di tecniche non razionali di cui la principale era costituito dal salasso. La diffusione della nuova chimica medica incontrò grossi ostacoli da parte delle potenti corporazioni dei medici, in particolare della Facoltà di Medicina di Parigi . L’opposizione della  Facoltà di Medicina alla chimica durò a lungo e l’insegnamento della chimica non fu consentito all’Università di Parigi fino alla fine del XVII secolo. La diffusione si attuò solo attraverso lezioni e corsi privati, con l’uso anche di laboratori dove si insegnava la preparazioni dei farmaci .  Nel 1607 si iniziarono a tenere a Parigi  le prime lezioni, private, di chimica . Erano aperte al pubblico, gratuite, per lo più frequentate da studenti della facoltà di Medicina e speziali. L’insegnante era Jean Beguin (1550 – 1620), un iatrochimico, cioè chimico medico.

Un testo di chimica popolare

L’insegnamento di Jean Beguin, che per il suo contenuto assieme all’obbiettivo di rendere accessibile la conoscenza,  si contrapponeva alla segretezza della  medicina tradizionale e alla sua impronta galenica , trovò una forte ostilità da parte della potente Facoltà di Parigi e degli ordini  medici. Per due volte il laboratorio di Beguin fu svaligiato, molti preziosi preparati furono distrutti e Beguin stesso fu picchiato. Per guidare e orientare i suoi allievi, Jean Béguin pubblicò nel 1610 un volumetto intitolato Tyrocinium chymicum e naturae fonte et manuali experientia depromptum, che fu molto popolare tra gli studenti di chimica.  Da questo volumetto rivisto e ampliato con l’aggiunta di alcuni capitoli sui principi  generali  nasce la  prima edizione del suo trattato completo, destinata al pubblico che apparve a Parigi nel 1612 e dovrebbe essere considerata l’Editio Princeps dell’opera di Beguin. È del 1615 la prima traduzione in francese,  con il titolo Les Éléments de chimie, de maître Jean Béguin, aumônier du roi, e la prima traduzione in inglese è del 1669. Questo testo fu l’opera classica più popolare del XVII secolo, poiché tra il 1612 e il 1690 furono pubblicate quasi 50 edizioni, per lo più in latino.  Il Tyrocinium chymicum inaugurò un nuovo genere di opere chimiche, l’introduzione per un pubblico più vasto e interessato. Questo genere fu tra i presupposti per l’eventuale emergere della scienza chimica.  Egli intendeva che il suo testo fosse utile dal punto di vista pratico, che quindi riportasse osservazioni chiare e precise  sugli strumenti e le tecniche chimiche con numerose definizioni di termini tecnici .                                             . …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….                                                                                                                                                                                                                .

Un capitolo sull’Antimonio

Il trionfo dell’antimonio di Basilius Valentinus (1394-1450) edizione tradotta del 1671

Frontespizio

L’illustrazione raffigura una personificazione  dell’Antimonio nell’immagine di una donna seduta su un carro. Alla sua destra c’è Mercurio (il mercurio), a guidare il carro c’è vulcano, lo stesso carro è tirato da saturno (il piombo), Diana (l’argento), venere (il rame) e Marte (il ferro). Mercurio e Antimonio congiungono le loro mani attraverso una cornice tenuta da Fama, la dea della fama.

Da notare come mercurio e antimonio siano vicini nella illustrazione e congiungono le loro mani: l’antimonio si riteneva che  avesse una natura mercuriale (vedi dopo)

 

 

 

 

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Il  suo testo Tyrocinium Chymicum si divide in tre libri. Nel secondo libro  c’è un capitolo, che si intitola  De Calcinatione Antimoni, dedicato all’antimonio e ai suoi sali. Dopo aver parlato di varie calcinazioni dell’antimonio, nel  paragrafo Autre calcination d’antimoine, appelle poudre Emetic ou Mercure de vie ci descrive la preparazione di uno dei farmaci più discussi e utilizzati nella iatrochimica, l’ossicloruro di antimonio SbOCl (Poiché il composto funziona sia come emetico che come lassativo, era originariamente usato come purgante). Il farmaco era ottenuto da una reazione di doppio scambio tra sublimato di mercurio e minerale stibnite.

La prima rappresentazione di una reazione

Malgrado che all’epoca  mancasse il concetto di elemento, di composto e un criterio oggettivo per definire una reazione chimica, che comportava  il ricorso a interpretazioni che appartenevano a categorie astratte e immaginarie, Jean Beguin fornisce una spiegazione della reazione che potremmo definire rivoluzionaria. Non solo interpreta la reazione correttamente come doppio scambio tra due composti, ma ci offre la rappresentazione in uno schema che è virtualmente un’equazione in senso moderno. È in assoluto la prima rappresentazione di una reazione chimica. Si tratta di una di quelle intuizioni, spesso solitarie, che cadono nel vuoto, perché sono in forte anticipo rispetto al suo tempo. Non fece alcuna generalizzazione sulle reazioni chimiche. Passò un intero secolo prima che una simile generalizzazione fosse avanzata.

William Cullen (1710-1790) medico e chimico scozzese, noto per i suoi metodi di insegnamento innovativi, nei suoi appunti di lezioni che teneva all’Università di Edimburgo, fa uso di questo schema, che appare per la prima volta dopo quello di Jean Beguin, nella sessione 1756-7.

Nel PDF si racconta il contesto storico in cui operò Jean Beguin e come sia arrivato, in modo problematico per la prima volta, a comprendere la natura di una reazione chimica e scriverne l’equazione.

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